La MALATTIA VENOSA è una PATOLOGIA MULTIFATTORIALE E INGRAVESCENTE

La malattia venosa cronica è un delle manifestazioni cliniche più frequenti nell’uomo.  Si parla di una incidenza dal 10 al 50% nei maschi, mentre nelle femmine supera il 50%.

Le ripercussioni socio-economiche sono notevoli,  sia in termini di qualità della vita che in costi di terapia, diagnosi e giornate perse di lavoro. Dalle ultime evidenze scientifiche, come anche riportato dalle ultime linee guida del Collegio Italiano di Flebologia, emerge che il danno tessutale indotto dall’infiammazione può essere considerato come “primum movens” della malattia.  Il conseguente danno funzionale delle valvole venose provoca un’ipertensione venosa che determina un reflusso,  esso stesso ulteriore causa di infiammazione. Ne consegue, oltre che al danno sulla struttura muscolare delle vene e conseguente diminuzione del tono venoso, un danno a livello dei capillari.

L’ipertensione venosa, il ridotto tono venoso e la minore resistenza capillare provocano lo stravaso di liquidi dal sistema venoso verso lo spazio interstiziale con il determinarsi edema.  Anche l’edema è causa di ulteriore infiammazione.

Quindi la malattia venosa è ingravescente e multifattoriale.

In particolare l’infiammazione venosa, il tono venoso, la resistenza capillare e l’edema sono elementi decisivi nel decorso della malattia.

Le ultime linee guida del collegio italiano di flebologia (coordinamento delle varie società scientifiche italiane), al fine di contrastare il decorso ingravescente della malattia e ridurre i sintomi della stessa, raccomandano l’ uso contemporaneo (in associazione) di diverse molecole con un’efficacia specifica ampiamente documentata e riconosciuta dalla letteratura nazionale e internazionale.

Un buon trattamento della malattia venosa cronica deve agire efficacemente punto per punto su tutte le cause che la determinano e la “alimentano”.

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