Dislipidemie: dalle linee guida al Sincrolipid.

Intervista al dr. Marchitto, ospedale Fiorini di Terracina (LT)

Dr. Marchitto, è stato appena pubblicato un articolo (Gazzetta Medica Italiana, Vol.176-2017) su una sua esperienza d’uso col Sincrolipid: perché ha scelto questo prodotto per realizzare il suo studio?

L’idea dello studio è frutto dell’intuizione del gruppo di ricerca diretto dal Prof. Gianfranco Raimondi, Prof. Associato di Medicina Interna dell’università Sapienza-Polo Pontino e Presidente del Corso di Laurea di Infermieristica del Polo Pontino. A lui, devo sincera e profonda riconoscenza.

Vi sono studi preliminari che sottolineano come i nutraceutici possono essere utili per controllare il livello di colesterolo. Infatti le ultime linee guida per il trattamento delle dislipidemie hanno “sdoganato” l’uso dei nutraceutici. Quello che mi incuriosiva sul Sincrolipid è che, più di altri prodotti, tale nutraceutico fosse stato concepito nel rispetto delle indicazioni delle linee guida sulla terapia di associazione di più principi attivi ad azione diversa al fine di approcciare l’ipercolesterolemia in modo multifattoriale al fine di poter somministrare dosaggi più bassi dei singoli costituenti e ridurre al minimo il rischio di  effetti collaterali in particolar modo nei pazienti affetti da comorbidità e, pertanto, in terapia polifarmacologica..

Ci spiega meglio?

Secondo le LLGG, come nella pratica, il trattamento farmacologico della dislipidemia è basato sull’utilizzo delle Statine, anche se queste non sempre sono totalmente risolutive e possono causare effetti collaterali che ne controindicano la somministrazione (dolore muscolare con incremento di 3-5 volte il valore della creatin-fosfo-kinasi). In caso di risultati non soddisfacenti diviene obbligatorio proporre  l’associazione di altri principi attivi che agiscano, ad esempio, come inibitori dell’assorbimento del colesterolo a livello intestinale (ezetimibe). Ho riscoperto con piacere questa filosofia nel Sincrolipid che possiede un’azione statino-simile ed una ezetimibe-simile.

Cioè?

La monacolina k derivata dal riso rosso fermentato, che ritroviamo nel Sincrolipid, ha la stessa azione delle statine (inibizione del HMGCoA-reduttasi) ma nella sua attività farmacologica  è  coadiuvato  dai policosanoli, che riducono la formazione di questo enzima. A questa azione statino-simile del Sincrolipid si associa l’azione di  una catechina derivante dalla Cassia Nomame che inibisce le lipasi pancreatiche riducendo del 30% l’assorbimento dei grassi ingeriti con l’alimentazione determinando, in pratica l’effetto ezetimibe-simile.

Ecco perché “in linea” con le Linee Guida”!

In effetti sì, ma nel  Sincrolipid si possono ritrovare altri principi attivi come la berberina (che inibisce la pro-proteina PCSK9 o pro-proteina della convertasi subtilisina/Kexin tipo 9 che è un enzima codificato, nell’uomo, dal gene presente nel cromosoma 1 ed è responsabile della regolazione della degradazione del recettore delle LDL che legano il  colesterolo) ed il  Co-enzima Q10,  l’acido folico e l’astaxantina che possiede una potente azione anti-ossidante.

Ci spiega lo studio?

Lo scopo del nostro studio osservazionale era quello di valutare l ‘effetto del Sincrolipid in pazienti con dislipidemia lieve o moderata, affetti da intolleranza alle statine (diagnosticata anamnesticamente e confermata dal riscontro ematico di elevati valori di CPK o degli enzimi epatici GOT e GPT)  e sindrome metabolica. Si è potuto osservare, dopo solo un mese di trattamento, una significativa attività nei confronti dell’ipercolesterolemia e dell’ipertrigliceridemia pre-esistente al trattamento senza la comparsa degli effetti collaterali riferiti precedentemente dai pazienti.

Ha riscontrato effetti collaterali?
I pazienti osservati non hanno riferito effetti collaterali importanti rispetto ai sintomi presentati in corso di terapia con  statina ad alti dosaggi. Questo è probabilmente dovuto all’azione sincrona di più principi attivi a dosaggi relativamente bassi.  Altro aspetto interessante è che sono stati presi in considerazione nello studio anche  dei parametri inerenti il rischio aritmico ed il sincrolipid ha dimostrato una grande sicurezza d’impiego.

Cosa possiamo concludere da questo studio osservazionale?

Possiamo dire che i prodotti nutraceutici possono essere molto utili nella pratica clinica, soprattutto quando non possiamo usare armi potenti come le statine per gli effetti collaterali a volte presenti. Tra i nutraceutici, al momento, il  Sincrolipid è risultato efficace e ben tollerato nella pratica clinica. Questo ha suscitato vivo interesse anche in occasione dell’ultimo congresso della SIMI (Medicina Interna) dove il nostro gruppo di ricerca ha presentato i dati relativi allo studio.

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